... Erotico caffè...

... Erotico caffè...

Scende lento, puro
Fatto di amare stille
Di color ambrato scuro

Nel delicato incavo scorre
Tra seni deliziosi
Desideroso percorre

La pelle vellutata
Anelita il suo giungere
Brama, la piccola fonte
Di gocce zuccherata

Avide labbra attendono
Davanti il segreto scrigno
Quel soave dono

Il tiepido caffè prosegue
Raggiunge l’eccitata oasi
Dolci gocce d’essenza insegue

Arrivando all’unione finale
In profumate stille
Dal sapore ancestrale

Dove bocca non resiste
In quell’attesa interminabile
Nel dissetarsi non desiste

P.G.d.L.


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sabato 27 dicembre 2014

Poesia


... Armonia del desiderio...

In quel dolce percorso
D’essenza vitale
Lento il decorso
Di calore d’alito reale

Delicato contatto, le lambiscono
Delineando forme meravigliose
Morbide colline, palpitano
Aureole scure, si ergono vogliose

In quel scendere delicato
Il percepire dalle vibrazioni
In quell’ansimar soffocato
Il salire di intense emozioni

Sempre bramate
Di bottoncino quel suggere
Ma, immancabilmente celate
Velatamente in quell’osar spingere

Ventre in confusione
Confondono, gocce d’ambrosia
In quel sfiorar l’attenzione
Dell’essere insieme la bramosia



P.G.d.L. © 2013
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martedì 23 dicembre 2014

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Nudo su cartoncino nero eseguito con carboncino e matite di creta bianco B3 e B6

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Poesia


... Goccia d’infinito...

In una goccia d’essenza
Un attimo d’infinito
Nell’anima la presenza
Di desiderio ardito

Bocciolo di fiore
Le labbra schiudi
Preludio d’amore
In quel bacio racchiudi

Non vi è stagione
Nell’istinto richiamo
Perfetta ragione
Nel piacere ci confondiamo

Dolce fluido l’attesa
Anticipano pulsioni
Connubio d’intesa
Epilogo di attenzioni



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Respiro... P.G.d.L.© 2012

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Racconto


Inconsapevole, distratto investigatore... (provvisorio) 5a parte  

Di quei giovedì ce ne furono altri, anzi non ne persero nessuno. Poi un giorno Antoine, insospettito dall’ evidente cambiamento di Francoise, dovuto sia dalle frequenti visite in villa, anche da sola, sia dalle sempre più brevi presenze in negozio, particolarmente di giovedì. Decise, senza essere visto, di seguire i movimenti della sorella, così riusciva a capire il vero motivo di tale cambiamento. Scoperto il segreto di Francoise, gli venne l’ idea di nominare lei e il marito, responsabili del negozio di Milano, così aveva la scusa plausibile per allontanarli da Parigi e Francoise da Michele, così avrebbero avuto il modo e la maniera di rafforzare il loro rapporto.
Doveva solo trovare il momento opportuno per farli edotti del suo pensiero.
Quel momento arrivava in una delle tante sere a cena, come accadeva spesso negli ultimi tempi, nella villa di Antoine e Benedetta, si ritrovarono insieme, Maxim, Francoise e Alberto. Erano a tavola, stavano quasi alla fine della cena, Marie- Claire aveva appena servito il dessert, un delizioso semifreddo alle albicocche per tutti, eccetto, per Antoine.
Dal tragico periodo della scomparsa di Josephine, iniziava a manifestarsi in lui, una leggera forma allergica, che accadeva ingerendo le albicocche o i suoi derivati, di cui però ne andava ghiotto e, più passava il tempo e più l’ intolleranza si acuiva. Quando aveva avuto i primi sintomi, consultarono un dottore, poi divenuto il suo medico di fiducia, che dopo aver fatto le opportune ricerche e analisi, confermò la forma allergica e, gli prescriveva la Glycoramina (vit. B3) da portare sempre con se. Alexander, il medico, gli diceva anche, che quel preparato era per le forme lievi di allergia. Così per Antoine veniva portato un meraviglioso semifreddo ai frutti di bosco. Era a metà del suo dessert quando con fare apparentemente, normale, esponeva la sua idea, dicendo:
<< come sapete ci serve un responsabile fidato, per ogni nostro laboratorio>> rivolgendosi verso Francoise e consorte, continuando:
<< in questo di Parigi ci sono io, nel laboratorio di Nizza c’è Alberto, quando non è impegnato per nuove ricerche di pietre, rimarrebbe scoperto il laboratorio di Milano>>.
Subito Francoise ribatté:
<< ma! abbiamo già nominato un direttore in quel laboratorio e, mi sembra che svolga il compito con molta professionalità…!>>
Antoine continuava:
<< si, certo, lo abbiamo nominato ma, sarebbe più opportuno qualcuno di noi, per cui avrei pensato a voi…>> indicandoli e ribadendo:
<< cosa ne pensate..?>>.
Nello stesso momento a Francoise cadde, involontariamente, il cucchiaino nel piatto e, lanciava uno sfuggevole e malcelato sguardo in  direzione di Michele.
A Maxim, nel sentire quella proposta, gli si fermava il cuore, non avrebbe più avuto le attenzioni particolari di Benedetta e, disse con voce necessariamente emozionata:
<< Antoine, ti ringrazio per la fiducia e per la superba e ambita promozione ma, lasceremo vacante il posto di creatore di gioielli, come faremo..?>>:
<< non preoccuparti Maxim di questo, durante il tempo necessario a trovare qualcuno, che sia alla tua altezza, ci possiamo stare io o Alberto. A me preme che quel laboratorio sia impeccabile e, chi meglio di voi..?>>.
Erano rimasti in silenzio tra le carezze dei loro ego. Alberto e Benedetta, mentre Antoine si rivolgeva al cognato, si fissarono a lungo parlandosi con gli occhi. Benedetta era rimasta allibita e sorpresa da quella decisione ma, certamente avrebbe trovato la soluzione per rivedere ancora Maxim.
Alla fine della cena, si percepiva nell’ aria una crescente e impalpabile tensione, unita alla non poca preoccupazione. Quando Benedetta e Antoine erano oramai da soli, lei disse:
<< non ti sembra una decisione un po’ troppo azzardata e improvvisa, quella di promuovere Maxim? ne avrà le capacità? ha sempre fatto il disegnatore e creatore di gioielli? >>
<< è da molti anni che conosco Maxim e altrettanti che lavoriamo insieme, forse ho aspettato anche troppo per affidargli un incarico di responsabilità e fiducia, altrimenti non sarebbe avvenuto quello che è successo…>>” rispose Antoine ma, lei a quelle affermazioni le si accese la curiosità e, diventava più insistente, incalzava con altre domande, voleva sapere. Alla fine Antoine le disse ciò che aveva scoperto, tra la sorella e il suo domestico Michele. Per la verità, era a causa di questo che aveva preso quella decisione.

Il giovedì, successivo alla sera della fatidica cena, alla reception del ‘ Novotel Paris Les Halles’ Michele ritirava, per l’ ultima volta, la chiave della camera 327. Erano momenti di sconvolgente passione alternati da travolgente tristezza, per quell’ ingiusta separazione ma, Michele gli aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per trovare il modo di poterla rivedere ancora.
Quello stesso giovedì, Antoine doveva assentarsi, per andare a Milano ad organizzare l’ insediamento della sorella e di Maxim, trovandogli anche opportuno alloggio, per questo aveva chiesto alla moglie Benedetta di accompagnarlo, datosi che aveva un’ agenzia immobiliare anche a Milano.
<< dolce tesoro, ti accompagnerei molto volentieri ma, sono indisposta e, credimi proprio non me la sento di partire>> le disse lei, aggiungendo:
<< ma, non ti preoccupare, mentre ti prepari, chiamo subito il mio ufficio esponendogli il problema, vedrai che una soluzione la troveranno certamente.>>
<< grazie Benedetta, sei un tesoro, cerca di riguardarti…>> le disse lui.
Antoine era appena arrivato all’ aeroporto Charles De Gaulle, chiamò la moglie per sentire come stesse e, lei gli rispose con voce sommessa:
<< Antoine, è già una buona cosa che non peggiora, penso che questo breve riposo mi può solo far bene. Grazie tesoro per la chiamata, ci sentiamo nel pomeriggio, così mi fai sapere cosa hai concluso con il mio ufficio. Un bacio>>.
Presa dall’ ansia, come terminò la conversazione, compose quel numero in modo automatico, istintivo, era scolpito nella sua mente, solo lei lo conosceva.
Alberto rispose con una voce che non nascondeva la stizza, nel vedere quella chiamata da quel numero.
<< ma cosa ti dice la mente, di chiamarmi con il telefono di casa? >> gli disse molto arrabbiato, e lei:
<< sì, hai ragione ma, non preoccuparti è il telefono della mia camera, non mi ha ne vista ne sentita nessuno, volevo parlarti e vederti per questo ti ho chiamato subito dopo aver chiuso con Antoine…>>
<< ma Benedetta, lo sai che dobbiamo comunicare sempre e solo tramite i nostri cellulari personali, di cui solo noi abbiamo i numeri…>> ripeté Alberto, e ancora:
<< in tutti i modi, perché mi hai chiamato, lo sai che sono in negozio…>>
<< sì, Alberto lo so, ma ho bisogno di vederti, facciamo tra due ore al solito posto… ti amo>>
<< va bene, tra due ore. Anch’ io Benedetta>>.
Lei iniziava subito a prepararsi, aveva chiamato Marie- Claire per dirle di far preparare l’ auto da Michele per farsi accompagnare. Arrivati in centro, davanti all’ atelier di Valentino le disse:
<< grazie Michele, puoi lasciarmi pure qui, non c’è bisogno che attendi, tornerò da sola.>>
<< come comanda signora…>> scese per aprirle la portiera, risalì e tornò alla villa. Non molto distante c’ era il posteggio dei taxi, Benedetta saliva sul primo della fila:
<< buon giorno, alla Gare de Lyon per favore…>>
<< buon giorno signora, certamente signora.>> rispondeva il conducente.




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lunedì 22 dicembre 2014

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Nudo con studio di ombre eseguito con carboncino e matite B3 e B6

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Poesia


... Simbiosi d’amore...

Ovunque

Desiderio e piacere
Si incontrano

Anima e cuore
Procedono all’unisono

Sentimento e passione
Si uniscono

Coinvolgimento e considerazione
Nell’altro si fondono

Inconfutabile abbandono



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venerdì 19 dicembre 2014

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Raso nero ... P.G.d.L.© 2012

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Racconto


Inconsapevole, distratto investigatore... (provvisorio) 4a parte

Da quando Antoine prese possesso della villa Francoise faceva spesso visita al fratello, nel visitare la nuova dimora notò subito quell’ uomo bruno molto abbronzato, non da lampade solari ma da una vita all’ aria aperta, alto, con occhi penetranti, molto fine ed elegante nei modi, con le sue forme muscolari armoniose che trasparivano da sotto la livrea di cameriere\autista\giardiniere. Ne fu attirata e attratta subito, scambiandosi uno sfuggevole e profondo sguardo. Con una scusa lei andò in giardino, lui apparve poco dopo da dietro un cespuglio di rose ben curate.
<< splendide queste rose, molto ben curate, le devono accudire un’ anima sensibile>> disse Francoise rivolgendosi a lui.
<< le rose, come la donna, hanno bisogno di costanti e particolari cure, fatte con tutta la delicatezza e passione possibile>> le rispose Michele con la sua profonda ed intensa voce, incrociando di nuovo lo sguardo di Francoise. Non si conoscevano affatto ma, si sarebbero gettati nelle braccia dell’ altro senza nessuna esitazione. Rimandarono solo di qualche giorno, la cosa.

Francoise, come tutte le mattine, si recava in Rue Montmartre, al negozio. Per vedere il fratello, far visita e salutare il marito, ritirare l’ incasso del giorno precedente, fare il versamento e controllare se vi fossero delle ordinazioni particolari. Ma, quella mattina nel prepararsi per uscire, gli venne spontaneamente un sorriso di complicità unito ad una adolescenziale agitazione, mentre indossava il  coordinato intimo ma, senza il reggiseno e, le autoreggenti sotto la gonna a portafoglio di raso nera, nel pensare a quell’ incontro clandestino.
Nell’ entrare in negozio, sia il fratello sia il personale, in modo particolare le due commesse, non altro per il loro intuito femminile, notarono subito quel positivo cambiamento, sia nella persona sia nello spirito. Non aveva quel solito cipiglio serio, distaccato ma, una luce diversa senza mai perdere il suo fare professionale, avvolta nel suo elegante e sensuale vestito, che si differenziava molto dai soliti tailleur, che avevano visto fino allora. Non si era trattenuta molto, come di solito, anzi sembrava che voleva già essere fuori, infatti non era passata nemmeno per il laboratorio ma, usciva quasi subito. Tutti gli astanti si scambiarono uno sguardo interrogativo e perplesso. Si recò in banca e poi dall’ estetista, che era poco distante, sua amica e confidente, per darsi una sistemata ai capelli e per un leggero ritocco al trucco.
Usciva.
Il taxi, chiamato in precedenza, già l’ attendeva.
Erano le 12. 00.

Un giovedì, giorno libero di Michele, indossati scarpe da corsa, jeans e felpa, con la sua borsa da palestra, come tutti i precedenti ma, non quel giovedì, aveva con se anche un porta abiti.
Prendeva il metrò per scendere alla fermata di ‘ Chatelet’, vicino alla palestra che frequentava metodicamente, in Boulevard de Sebastopol, salì le scale della stazione, uscì all’ aria aperta, il suo mondo, fatto di luce, vetrine, negozi, persone, di molteplicità di colori. Fatto quel breve percorso, si apriva la grande porta in cristallo scuro, entrava nell’ ampia hall della palestra, dirigendosi verso il banco della direzione per consegnare il pass, la ragazza gli rivolge un ampio e cordiale sorriso, insieme ad un intenso e profondo sguardo d’ ammirazione;
<< buon giorno Michelle>> ricambiandogli il sorriso mentre posava il pass sul bancone e, lei subito in risposta;
<< buon giorno signor Michele, le faccio trovare il solito frullato di frutta e integratori, tra un ora? >>
Ed abbassando il tono della voce aggiunse;
<< se vuole glielo posso portare io…>>
<< grazie Michelle, l’ avrei desiderato anche io ma, purtroppo come vedi>> e alzando il porta abiti appena sopra il banco,
<< ho il tempo per una doccia, cambiarmi ed uscire, per un impegno>>, rispose Michele.
<< capisco, la solita opera di beneficenza..!>> ribatteva lei. Lui non rispose.
Con un dolce sorriso e lanciandogli un bacio si allontanava verso gli spogliatoi con le sue borse.
Dopo un’ ora e mezza passava a ritirare il pass, lo anticipava quel fragrante aroma del dopo barba unito al suo particolare bagnoschiuma, ed apparve in un elegante paio di scarpe con sopra uno spezzato, giacca e pantalone insieme ad una fine ed impeccabile camicia e cravatta, che risaltavano la sua abbronzatura e prestanza fisica. La languida Michelle ebbe un gesto di stizza nel rendergli il pass, ben sapendo in cosa consisteva la sua ‘ beneficenza’…
La grande porta in cristallo si apriva di nuovo, ed uscì, inorgoglito dal silenzioso complimento di Michelle. Si dirigeva verso Rue Lombards, dove c’è un ristorantino particolare, un ambiente molto discreto, intimo, con piano bar, è lì che avrebbe incontrato Francoise, da come gli scrisse lei in un biglietto fatto scivolare nel taschino della livrea, quando si stavano allontanando dal cespuglio di rose.
Guardò l’ orologio, le 12. 00, aveva tutto il tempo di godersi la breve passeggiata e soffermarsi nei negozi preferiti, come quelli sportivi, di abbigliamento, le gioiellerie e arrivare con calma, l’ appuntamento era alle 12. 45, aveva già prenotato il tavolo la sera prima e, non solo…
Camminava senza fretta, compiacendosi nel vedersi riflesso nelle vetrine e appagandosi degli sguardi d’ ammirazione delle giovani donne che le passavano accanto.
Le 12. 30, era in prossimità del ristorante, quando poco distante si fermava un taxi, dal riflesso attraverso la vetrina aveva visto aprirsi la portiera dell’ auto ed apparire, una lunga e ben tornita gamba, fino alla delicata e finemente ricamata fascia elastica della calza, sfuggita dalla splendida gonna di raso nera a portafoglio, ed uscire una meravigliosa creatura, Francoise.
Michele deglutiva per attenuare la crescente emozione, si avvicinò, salutandola cordialmente ma, in modo convenzionale e distaccato, per un certo contegno e rispetto in riguardo a lei, stringendogli la mano e dicendogli;
<< buon giorno Francoise>>
ed aggiungendo abbassando il tono di voce;
<< sei semplicemente splendida…>>
Lanciandogli un intenso e compiaciuto sguardo d’ ammirazione e, lei, colorandosi leggermente le gote, gli rispose;
<< grazie Michele ma, è una parte di me che ancora non conosco>>.
Uno di fianco all’ altro, impercettibilmente sfiorandosi, con il dorso delle mani, percependo a vicenda le emozioni crescere. Si incamminano verso il ristorante, dalla parte opposta della strada, nell’ attraversare lui, delicatamente, le mette la mano sotto il braccio, nel sentire quel contatto, a lei, un lungo brivido di piacere, gli percorse la schiena, diventandole subito rosso il viso ma, compiacendosi di quella presa. Ora, erano più vicini, i loro fianchi si sfioravano, si toccavano, si cercavano…
Lui aprì la porta, lei nel passarle accanto lo sfiorò volutamente. Entrarono nel ristorante.
Era stato riservato loro, un delizioso tavolo in un separè ad angolo, sul lato destro del locale, illuminato da una delicata luce, proveniente da una graziosa lampada sul tavolo accanto ad una piccola composizione di fiori di campo. Mentre prendevano posto, le note del pianoforte iniziavano a prendere il loro, creando un’ atmosfera di sottofondo, quasi irreale,. Francoise, appena furono soli, gli disse sottovoce;
<< che posto incantevole, Michele…>>
<< Francoise, avere te accanto rende incantevole ogni posto>> rispose lui, prendendogli la mano tra le sue.
Tornò il cameriere, ordinarono e scelsero il vino, in tutto il tempo del pranzo nessuno voleva perdere il contatto dell’ altro, ora con la mano, ora con il piede, oppure con il ginocchio e, gli occhi si riempivano di desiderio sempre di più fino, non visti, al loro primo bacio. Lei le posava la mano sul braccio, lui la attirava a se delicatamente da dietro la nuca. Dopo quello sfiorarsi di labbra, il tempo per la fine del pranzo sembrava interminabile, le mani, sotto il tavolo, si cercavano in ogni momento di pausa, le dita si intrecciavano come fossero i loro corpi avvinghiati. Si baciarono ancora.
Michele mentre saldava il conto, aveva fatto chiamare il taxi, ed arrivò da lì a poco, che li portò al ‘ Novotel Paris Les Halles’, l’ albergo vicino alla stazione ferroviaria di Chatelet/Les Halles, si fermarono davanti alla suggestiva e silenziosa porta girevole, aspettando che si posizionasse per lasciarli passare, entrarono, Michele si avvicinò alla reception per la registrazione e prendere la chiave. Camera 327.
Francoise l’ attendeva poco distante, la raggiunse ed insieme si avviarono verso l’ ascensore, in quel momento fece sentire la sua presenza il cellulare di lei. Rispose, era Antoine, apparentemente per sapere se in banca era andato tutto bene e, poi sentire come stava poiché il mattino l’ aveva vista un po’ strana, o meglio, non come il suo solito;
<< Antoine, è tutto a posto, ho fatto il versamento, anzi il direttore mi ha detto che desidera parlarti, per definire quel fido in riguardo al laboratorio di Milano. Ed io, tutto bene, oggi sono in giro con un’ amica, ci vediamo, se non per la chiusura, sicuramente per la cena. Stai tranquillo fratellino.
Un bacio.>>
<< Va bene Francoise, ci parlerò domani con il direttore. A questa sera, ciao.>>
Chiuse la conversazione, il ragazzo dell’ ascensore gli aprì le porte, salirono al terzo piano, appena sulla sinistra c’ era la loro camera. Michele inserì la chiave, ancora prima di girarla, aveva la mano di Francoise sopra la sua… entrambi con dentro l’ ardore della passione.
La porta aveva appena fatto in tempo a richiudersi dietro di loro, che già stavano l’ uno nelle braccia dell’ altra, le labbra unite in un vorticoso e sensuale bacio, le lingue irrefrenabili e insaziabili che si cercano, nella voluttà di quell’ abbraccio avrebbero voluto togliersi gli indumenti in un secondo. Si placarono un momento, ripresero un attimo la cognizione del presente e, si ritrovarono, lui, senza più la giacca, con la camicia completamente aperta e la cravatta allentata che scendeva sul petto segnato da ogni più piccolo muscolo; lei, senza più il foulard e con la splendida camicetta tutta sbottonata e aperta, scoprendo, senza essere trattenuto da nulla, un meraviglioso seno, che faceva trasparire la sua evidente eccitazione.
Il tempo trascorreva in un attimo… sembrava essere fermo per quanto passava veloce… era già il tardo pomeriggio.
Ritrovarono gli indumenti, tutti sparsi per la stanza, si riordinarono si ricomposero e, uscirono. In perfetto orario per essere alle reciproche cene.


P.G.d.L. © 2011
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