... Erotico caffè...

... Erotico caffè...

Scende lento, puro
Fatto di amare stille
Di color ambrato scuro

Nel delicato incavo scorre
Tra seni deliziosi
Desideroso percorre

La pelle vellutata
Anelita il suo giungere
Brama, la piccola fonte
Di gocce zuccherata

Avide labbra attendono
Davanti il segreto scrigno
Quel soave dono

Il tiepido caffè prosegue
Raggiunge l’eccitata oasi
Dolci gocce d’essenza insegue

Arrivando all’unione finale
In profumate stille
Dal sapore ancestrale

Dove bocca non resiste
In quell’attesa interminabile
Nel dissetarsi non desiste

P.G.d.L.


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martedì 16 dicembre 2014

Racconto


Inconsapevole, distratto investigatore... (provvisorio) 3a parte

I cambiamenti continuavano a susseguirsi inderogabilmente, dal giorno della festa di fidanzamento ormai era passato già un anno, stavano facendo i preparativi per il matrimonio e, definendo gli ultimi aggiustamenti, in piena armonia, del loro accordo pre- matrimoniale. Per l’ occasione dell’ imminente festa, Benedetta trovò un suggestivo locale, non molto grande, per aprire un nuovo laboratorio a Milano in via Monte Napoleone.
Lei andava spesso in Rue Montmartre, apparentemente per Antoine ma, con il recondito pensiero di vedere all’ opera il disegnatore che l’ attraeva molto, Maxim. Anche lui desiderava da tempo poter avere il modo di vederla, parlarle, da solo, in modo più confidenziale, era da quando con la moglie Francoise erano diventate amiche, che lui l’ ha sempre ammirata, desiderata e, non mancava mai l’ occasione per corteggiarla ma, non aveva ricevuto mai conferme di essere ricambiato, questo fino al matrimonio con Antoine. Da quando si erano sposati il suo atteggiamento era cambiato.
Un pomeriggio, Antoine e Alberto erano a Nizza, nell’ altro negozio, Benedetta capitò ‘ per caso’ in laboratorio, come capitava spesso negli ultimi tempi, soltanto che ora non c’ era Antoine, attraversò l’ atrio del laboratorio avvolta in una delle sue particolari camicette, che lasciano poco all’ immaginazione, delineando i contorni di un perfetto e grande seno, troppo perfetto per essere naturale, con intorno all’ esile collo un foulard di seta fermato da una spilla di ricercate e rare pietre, fasciata da una gonna di raso lunga appena sopra il ginocchio, mettendo in risalto splendidi fianchi ed accentuando la dolce rotondità del fondo schiena, il tutto sopra un paio di scarpe a decoltè in pelle finissima con un alto tacco a spillo, salutò come sempre il responsabile e le due commesse, si diresse nel retro, al laboratorio, dove dal disegno nascono gioielli. Maxim era intento al montaggio di alcune pietre quando lei entrò, delicatamente chiuse la porta dietro di se, girò la chiave, nel silenzio i loro sguardi si incrociarono, l’ uno entrò nell’ altro, Benedetta si avvicinò con passo leggero e sinuoso, dove era seduto, lui le cinse i fianchi posando il viso sul ventre, dalla leggera e ricercata stoffa della gonna, poteva sentire le emozioni di lei, crescere e le vibrazioni aumentare, quelle mani che prima le cingevano i fianchi lentamente scesero, delicatamente sfiorando le gambe da sopra la stoffa, arrivare a lambire il ginocchio nudo e, dopo un attimo d’ indecisione, altrettanto lentamente risalire ma, questa volta senza avere la stoffa che si interponeva, lambivano le ben tornite cosce, le sentivano fremere, nel medesimo tempo senti le mani di lei premere sulla nuca. Nel salire portavano con se anche la gonna, scoprendo in quell’ avanzare, sempre una parte in più di gambe, lei premeva ancora, in quel salire le dita incontrarono un leggero bordo elastico, la gonna era completamente sollevata ed il viso di Maxim era sul morbido e delicato pube di lei. La sentiva premere con il ventre sulle sue labbra, le delicate dita di lui, scivolarono dietro quel bordo elastico ed iniziarono a scendere portandolo con se, lentamente in quello scendere prendeva luce un morbido giardino dove si posarono le delicate labbra come ali di farfalla quando si posano su di uno splendido fiore, lambirne i delicati petali completamente irrorati di molteplici piccole gocce di rugiada. L’ eccitazione di Maxim era al massimo come quella di lei, delicatamente ma con presa ferma, le abbracciò di nuovo i fianchi, la sollevò e la poneva sulle ginocchia, nel posarsi lei liberò dal suo castigo il turgido membro e, nel sedersi lo accolse completamente in se. Avrebbero voluto esprimere, con gridolini e urla di piacere, il loro appagamento ma, nell’ atrio c’ erano sia il personale sia i clienti, così dovevano soffocarlo sul nascere, non trovarono di meglio che unire l’ una contro l’ altro le labbra nel più dolce e sensuale dei baci, fino a sentire l’ estasi dell’ altro. Sussurrando prima di alzarsi, nell’ orecchio di lui, << Maxim, un piacere così intenso non lo provavo da tempo>> e lui in risposta << mi hai rapito l’ anima oltre la ragione, dal primo giorno che ti ho vista>>. Liberò Maxim dal suo dolce avvolgere e, si ricomposero.
Era da tempo che sua moglie, Francoise era fredda e distaccata, dormivano in camere separate, apparentemente per diversità d’ orari, lei avrebbe voluto un figlio ma Maxim non si sentiva ancora pronto, il vero motivo era che non voleva far subire traumi, come quelli che ha avuto lui ancora adolescente, sentirsi non accettato e abbandonato dal padre. Si certo le voleva bene ma, non avevano più quella scintilla che accendeva ogni loro respiro. Così entrambi si orientarono diversamente, facendo finta di non saperlo.



P.G.d.L. © 2011
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